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Molte persone ritengono che la ricerca della felicità possa condurre al suo opposto.
E sono d’accordo con loro: la ricerca spasmodica di qualcosa che non hai non te la fará trovare, soprattutto se non sai esattamente che sapore avrá quando l’ avrai trovata, e soprattutto se la cerchi dove non puoi trovarla, ovvero fuori di te, e la identifichi con il raggiungimento di un qualche accattivante obbiettivo ( denaro, promozione, relazione, avere un figlio, chiudere una relazione, cambiare lavoro, ecc)

E QUINDI?!?

Intendiamoci: per felicità io intendo uno stato di benessere interno, che dipende solo da noi stessi e che porta con sé una serie incredibile di vantaggi.

Ma  facciamo un passo indietro, per capire meglio.
Il nostro sistema, il nostro organismo, può vivere solo una di queste 2 condizioni alla volta: o si trova in una condizione di protezione / sopravvivenza o si trova in uno stato di crescita/ creazione.

Immagina una gazzella della Savana che se ne sta tranquilla a brucare l’erbetta: se sopraggiunge un leone, il suo sistema entra immediatamente in modalitá sopravvivenza : le sue ghiandole surrenali producono ormoni da stress che provocano un dilatamento delle pupille, il sangue si allontana dagli organi interni e schizza alla periferia per rendere la gazzella più veloce, il battito cardiaco accelera, la pressione sale, la digestione si arresta, il respiro si fa corto ed accelerato: tutto il sistema è pronto per due sole cose, combattere o fuggire. Se la gazzella é sufficientemente fortunata da sfuggire al predatore, dopo 15 minuti ritornerá in una condizione di omeostasi ( equilibrio) e riprenderá tute le sue funzioni “normali”: respiro, sangue, pressione, battito cardiaco, digestione. Può tornarsene a brucare l’erbetta, quella poca che c’è nella Savana, e scordarsi del leone.
Devi sapere che in modalità sopravvivenza non c’è spazio per progetti a media o lunga scadenza: infatti, anche se passasse di là la gazzella più sexy della Savana, il nostro protagonista la ignorerebbe totalmente, come pure se gli venisse offerta l’erba più verde che neanche la casa nella prateria… Niente: priorità attaccare o fuggire.

Noi funzioniamo allo stesso modo.
Ma non è necessario per noi essere minacciati fisicamente da qualcosa come un leone, possiamo procurarci questa stessa reazione anche se solo dovessimo incontrare una persona che 5 anni fa ci ha fatto un enorme sgarro. E anzi, grazie ai privilegi di avere un cervello più evoluto, che ci permette di immaginare, ci basta addirittura pensare a quella persona per creare, all’interno del nostro corpo, la stessa identica reazione primordiale “attacca o fuggi”.
Identica?
Identica!!
In quei momenti non solo il sistema immunitario si mette in stand-by, le cellule si chiudono e smettono di nutrirsi e riprodursi, la digestione si arresta ed abbiamo un sacco di energia nervosa da utilizzare per l’attacco o la fuga, ma siamo anche letteralmente piú stupidi.
Infatti in questo caso il nostro terzo cervello (la neocorteccia), quello per così dire superiore, piú evoluto, creativo, quello che ci permette di trovare soluzioni, che ci fa soppesare le opzioni, ci rende empatici, intuitivi…. è chiuso, fuori servizio ed il comando é totalmente in mano alle nostre capacitá inferiori.
Praticamente proprio nel momento in cui maggiormente avremmo bisogno di quelle facoltá che ci differenziano maggiormente dagli animali, ahimé ne siamo sprovvisti…

Ma cosa c’entra questo con la felicitá?
Ora ci arriviamo.
Dicevamo appunto che in ogni momento noi possiamo essere in un modo o nell’altro e, come avrai capito, il comando viene attivato dal nostro cervello: c’è una situazione di pericolo? Attivare la risposta allo stress!!!
E come viene deciso, se attivare la risposta allo stress (attacco-o-fuga) o se attivare uno stato di benessere ed espansione?
In base a quello che succede nel nostro ambiente circostante (leone) o semplicemente in base ai pensieri che formuliamo e le immagini che produciamo dentro di noi: ci basta pensare a quel famoso tipo che ci fece uno sgarro 5 anni fa per attivare nel nostro organismo la stessa identica risposta che avremmo se, girando l’angolo del corridoio di casa, ci imbattessimo in un orso Grizzly alto tre metri visibilmente affamato (ah, ecco cosa c’entrava la foto dell’orso!!!)

E vabbè, dirai tu, fa niente!
No, non fa niente, qualcosa fa, e non è niente di buono per noi.
In modalità sopravvivenza – ricordi?- il sangue va alle estremità per permetterci di correre via veloci o di colpire l’avversario (che è quasi sempre immaginario!) quindi gli organi interni non sono ben irrorati, la digestione si blocca, il respiro si fa più corto, in circolazione ci sono gli ormoni da stress che servono a renderci più resistenti e sentire meno il dolore se fossimo impegnati in battaglia, ma se siamo seduti alla scrivania di casa o alla guida della nostra macchina, non facciamo altro che riversare nelle nostre vene un torrente velenoso che danneggia, alla lunga, il nostro sistema immunitario ed il nostro cervello.
E soprattutto in quei momenti siamo ego-centrati, ego-riferiti, ego-isti, proprio perché a farla da padrone non è la neocorteccia, ovvero il nostro cervello più evoluto, ma il sistema limbico e rettiliano: siamo cioè in balia delle nostre reazioni primordiali.

E quindi? Come se ne esce? Non possiamo mica eliminare tutte le possibili fonti di stress! Non mi vorrai mica dire che devo sedere per ore a meditare e andare a vivere in Tibet per evitare di essere sollecitato negativamente…!?

Ok allora, passiamo ad alcune possibili soluzioni.

1- Il nostro cervello ha, tra le sue funzioni superiori, la meta-cognizione, ovvero la capacità di osservare e valutare i propri pensieri: quando riesci ad osservare quello che sta avvenendo nella tua testolina, hai già tolto un po’ di potere a quei pensieri.   Homo sapiens 1, Homo primitivis 0 😉

2- Con 8 minuti al giorno di utilizzo consapevole della tua mente in modo da favorire uno stato di rilassamento (è sufficiente concentrarti sul tuo respiro, chiudere gli occhi, immaginare qualcosa che ti procura una sensazione piacevole-una scena di natura, qualcuno che ami, il tuo cane-gatto-criceto che ti dimostra il suo affetto: questo rallenta le onde cerebrali da Beta veloce ad Alfa, con una miriade di effetti positivi per la salute- ma di questo parleremo un’altro giorno-), insomma, con solo 8 minuti al giorno puoi stimolare ed allenare la corteccia prefrontale sinistra, conosciuta come “l’area dell’illuminazione”- ed andare ad inibire l’attività della corteccia prefrontale destra, che è l’area attiva quando rimuginiamo e siamo preoccupati. E questo beneficio non dura, ovviamente, solo per quegli 8 minuti in cui lo fai! Scoprirai che è un vero e proprio allenamento che ti porterà a rafforzare l’area del cervello che ti rende più creativo, empatico, efficace e…felice!
Homo sapiens 2, Homo pensierosus 0

3- Puoi utilizzare la tua immaginazione per anticipare nella tua mente come vuoi sentirti, comportarti e rispondere ad un evento potenzialmente stressante, e qui ci sono 2 ingredienti ugualmente importanti: il pensiero, che è il linguaggio della mente, e l’emozione, che è il linguaggio del corpo. Il pensiero è la carica elettrica, e l’emozione, la sensazione che provi, è la carica magnetica: ecco che stai inviando un segnale nuovo, a cui l’esterno magari potrà rispondere in modo nuovo…
Per il corpo non c’è differenza tra una cosa realmente vissuta ed una cosa vissuta solo virtualmente , basti pensare ad un sogno intenso che hai fatto ed alle sensazioni fisiche ed emozionali che hai provato…sembrava reale, no?! Nel cervello si accendono le stesse aree, si creano le stesse neuroconnessioni, e più  immagini qualcosa in modo vivido, e più rinforzi e sosteni quelle neuroconnessioni, fino a creare delle vere e proprie reti neurali a sostegno del comportamento che desideri. E quando ti sei allenato abbastanza, quelle reti si accendono da sole: hai creato un’automatismo, un’abitudine, accade da solo, non ci devi più pensare: lo sei diventato.
Homo sapiens 3, Homo reattivis 0

Train your brain!
A presto.