6 Dic 2020 | Crescita personale
Un anno, questo, che ci ha messo tutti alla prova, e non ha finto di sfidarci, nemmeno per le feste.
Stiamo per trascorrere un Natale sotto tono, che per molti sarà lontano dai propri cari, o sarà accompagnato dalla preoccupazione che incontrarsi e scambiarsi affetto e abbracci possa mettere a rischio la salute di chi amiamo.
Ho appena saputo che probabilmente non festeggerò con mio padre e la sua famiglia, perché in una riunione familiare non si sentirebbero del tutto sereni. Lo comprendo, ma il dispiacere comunque è grande, perché la Vigilia di Natale, da sempre, è stata insieme.
Ma questa è solo la ciliegina sulla torta, su una torta che ognuno di noi avrebbe fatto volentieri a meno di mangiare.
Nei mesi passati abbiamo infatti vissuto ogni tipo di emozione: disorientamento, paura, rabbia, ci siamo sentiti costretti e privati della nostra libertà, confusi dalle informazioni discordanti, sopraffatti dalle disposizioni e dai provvedimenti, impotenti davanti a chiusure e distanziamenti, indignati per i danni economici, addolorati per non poter dare un degno saluto a chi ci lasciava, preoccupati per i nostri anziani e per il futuro nostro e dei nostri figli.
Siamo stati messi alla prova, e lo siamo tuttora.
Ma… c’è un ma.
Quest’anno ha portato anche dei doni. Ben nascosti, ma ci sono stati 😉
Mi piacerebbe quindi che ci focalizzassimo insieme su quello che di buono questo anno ci ha lasciato, vorrei facessimo questo esercizio di stanare il bene anche dove, ad uno sguardo superficiale, sarebbe difficile vederlo.
Pronta? Pronto?
È STATO UN ANNO ESSENZIALE
Una delle cose di cui mi sono resa conto è che non abbiamo bisogno di molte cose, soprattutto in termini di capi d’abbigliamento, ma anche di oggetti in generale. Io ero già piuttosto “essenziale”, e sono stata bene anche con meno.
Certo, in questo periodo è più facile perché le occasioni sociali sono decisamente ridotte, ma potrebbe essere il “La” per continuare ad essere più attenti alla sostanza che alla forma, più padroni delle nostre scelte e meno proni ai bisogni indotti dai paragoni e dalla pubblicità.
UN ANNO DI COSE SEMPLICI
Ho imparato a dare un valore ancora più grande a cose semplici come una passeggiata all’aria aperta, una cena con una coppia di amici, una videochiamata mentre preparo la cena.
Nella mia vita non avrei mai pensato, infatti, che potesse mancarci una libertà così basilare come quella di uscire di casa, passeggiare, incontrarsi. Ogni volta che diamo qualcosa per “scontata” forse non la stiamo davvero apprezzando per quanto vale.
UN ANNO DI DOMANDE
Ho osservato che molte delle cose che facevamo “prima” non erano così importanti ai fini del nostro benessere (anche se non vedo l’ora di poter fare un viaggio in qualche luogo dove la Natura è selvaggia).
Questo periodo ci ha permesso forse di farci quelle domande importanti, quelle che non si ha mai tempo per porsi e che possono portarci a fare scelte diverse rispetto alle abitudini e ai comportamenti che chissà quando avevamo adottato: un’ottima opportunità per ridefinire chi siamo, cosa ci fa stare bene, cosa vogliamo, e cosa non vogliamo più.
UN ANNO DI ALLEANZE
Ho avuto più occasioni di “alleanze” con amiche e colleghe, più desiderio di unione e di creare cose insieme.
Forse perché i momenti difficili accomunano. Ma in realtà credo che questo “fare meno”, questo essere meno affaccendate, ci ha dato più modo di ascoltare la nostra voce interiore, i nostri desideri e le nostre intuizioni.
UN ANNO DI SEMPLICI ATTIMI
Ho imparato ad apprezzare un caffè bevuto per strada in un bicchierino di carta. Una cena semplice fatta in casa con le amiche.Ho dato maggior presenza e attenzione a ogni momento passato con le persone a me care.
Forse eravamo un po’ “viziati” (io un po’ lo sono. Sicuramente per quanto riguarda il caffè 😉 ).Ma questo periodo di privazioni, forse il primo della vita per molti di noi, ci ha offerto la possibilità di spostare il focus, di diventare delle campionesse e dei campioni dell’apprezzamento, di vivere il momento presente senza correre avanti in quel che verrà dopo e senza fare paragoni con il passato, e senza confrontare con un ideale che, per lo meno ora, non era attuabile.
UN ANNO DI CONSAPEVOLEZZA
Ho visto e compreso ad un livello più profondo quanto sia importante sospendere il giudizio verso chi ha paure o idee diverse dalle proprie, e quanto sia cruciale esprimere il proprio pensiero senza creare ulteriore divisione.
Questo non è sempre facile lo ammetto, sebbene la direzione sia chiara. Ma quello che abbiamo visto – e che qui non voglio ripetere- è stata la creazione di due fazioni, il reciproco screditamento della parte opposta a colpi di epiteti ed etichette arbitrarie, la mancanza totale di ascolto di ciò che l’altro sostiene, delle sue parole, ma soprattutto delle sue preoccupazioni, delle sue paure. Opporsi rinforza questo meccanismo, e io ho compreso che non voglio partecipare, non voglio seminare dualità e discordia, neanche ad un livello energetico, perché questa divisione non ci fa gioco, fa solo gioco a un sistema che ha le sue ragioni di esistere, ma che non sono le nostre. Come ci ricorda l’antica saggezza dei nativi americani: “Nessun albero ha rami così stupidi da litigare tra loro.”
UN ANNO DI RITOCCHI MAGICI
Ho imparato ad aggiungere un doppio pizzico di magia al quotidiano, quando rischiava di diventare troppo prevedibile.
Non ho mai amato la parola “accontentarsi”, perché mi rimanda l’idea di rinuncia, di rassegnarsi a situazioni e cose che non ci appagano o non fanno per noi, quasi non avessimo diritto a desiderare altro. Amo però l’idea di “farci contenti” come apprezzamento e “impreziosimento” di ciò che c’è, di quello che abbiamo, di quello che è possibile. Sì quindi alla creatività che ci sospinge nel dar vita a nuove modalità e situazioni, nonostante i limiti del momento.
E quindi?
Sappiamo tutti quante cose ci sono mancate e ancora ci mancano, e siamo tutti concordi nell’auspicarci di riacquisire la nostra spensieratezza e soprattutto una maggiore libertà.
Ma da ogni situazione possiamo uscire più forti e capaci se riusciamo a focalizzarci sul “pieno”, prima che sul “vuoto”.
Accorgersi, essere consapevoli, apprezzare, sono passaggi importanti a questo scopo.
Ti invito a fare lo stesso, prima a livello generale, e poi a livello personale.
Registrare i tuoi successi personali, le soddisfazioni, l’impegno, è un passaggio cruciale per chiudere bene l’anno in corso ed affacciarsi con lucidità, fiducia ed un pizzico di magia all’anno nuovo. È questo infatti il primo passo di ogni processo di pianificazione, o meglio creazione, dell’anno che verrà.
Perciò prenditi il tempo per apprezzare, per diventare consapevole di ciò che è nascosto, per “registrare” a livello profondo i tuoi successi (non necessariamente in termini di esito, ma anche in termini di impegno, attenzione, cura che hai messo in ciò che hai fatto).
Non ci è mai dato di sapere come saranno le cose là fuori.
Ma in ogni momento abbiamo l’estrema libertà di scegliere come vogliamo sentirci, e di rispondere agli eventi come veri “capitani della nostra nave”.
E con questa scorta di beni nella stiva, sapremo certamente navigare bene anche se ci sarà qualche tempesta.
Sei riuscita a fare la tua lista delle cose positive dell’anno?
Raccontami quello che hai scoperto nei commenti qui sotto, oppure mandami un messaggio su Instagram se non sei riuscita a trovare “niente”, sarei felice di aiutarti!
Un abbraccio,
Gina
31 Ago 2020 | Crescita personale
Come ogni scuola che si rispetti, anche le pratiche della felicità riapre le sue porte – virtuali – a settembre. A partire dal 22 settembre parte una nuova classe online fatta di persone che vogliono allenarsi ad essere felici.
Ma facciamo un piccolo passo indietro. Perché ti parlo di pratiche della felicità?
Dopo diversi decenni dedicati alla crescita personale, dapprima come “studente”, e poi come coach, mi sono resa conto che tutto ciò che cerchiamo di ottenere attraverso le nostre scelte, è in realtà un punto di partenza, e questo è proprio la felicità.
Ovvero, facciamo ciò che facciamo perché pensiamo che ci renderà felici: ma come sarebbe se lo fossimo già in partenza?
Non ti parlo di sorrisi a 36 denti
Nè di saltellare sul posto o ostentare un finto entusiasmo quando in realtà provi tristezza, preoccupazione o rabbia.
La felicità è uno stato di “alta efficienza” che puoi allenare e che puoi provare a prescindere dalle circostanze in cui ti trovi. Questo non solo ti consente di affrontare in modo più efficace e fluido tutte le situazioni che la vita ti mette davanti, ma ti ti rende soprattutto più capace di creare le circostanze, relazioni, risultati che desideri.
Ma come è possibile?
Forse non lo sai, ma il nostro cervello è progettato per porre maggior attenzione a ciò che è anomalo, a ciò che va male, a ciò che è potenzialmente pericoloso e lo fa per ovvie (ed antiche) ragioni legate alla nostra sopravvivenza. Perciò se non scegliamo di indirizzarlo diversamente, tenderà a farci notare, pensare e immaginare soprattutto le cose che temiamo o a cui ci opponiamo – creando in noi le emozioni corrispondenti a quei pensieri.
La situazione cambia con un po’ di allenamento
Per questo è fondamentale allenarsi a sviluppare quel solido stato di benessere che ti permette di produrre pensieri, emozioni e comportamenti più funzionali , che riduce lo stress e le sue conseguenze, che ti restituisce la creatività, l’empatia, il Problem soling e la capacità di immaginare e creare che è propria degli esseri umani quando “funzionano” al loro meglio.
Insomma, basta guardare un bambino per renderci conto che quel benessere è nostro per diritto di nascita, e che chi è felice è instancabile, è capace di attenzione focalizzata, è determinato, è naturalmente capace di intessere relazioni sane, è in grado di apprezzare di più e…sì, è anche più bello!
Ma come posso essere felice, a partire da oggi?
Puoi saltare a bordo del mio prossimo corso online Le pratiche della felicità, un percorso in diretta e di gruppo. A partire dal 22 settembre 2020 partirà la nuova edizione e un nuovo gruppo di persone (solitamente donne, ma chissà 😉 motivate si cimenteranno ad allenarsi per rendere forte e stabile il loro substrato di felicità. Se vogliamo fare un parallelo con il corpo e l’esercizio fisico, è come allenare il “core” – che non è il cuore in romanesco 😉 ma è la parte centrale del nostro corpo, la muscolatura profonda, che ci rende stabili e che è fondamentale allenare per affrontare al meglio qualsiasi performance fisica.
Il corso è della durata di 4 mesi e prevede:
- 1 colloquio individuale direttamente con me, per identificare quali sono gli aspetti su cui vuoi lavorare (compila il questionario).
- un percorso di 4 mesi in gruppo (partenza 22 settembre 2020)
- 2 incontri live al mese via zoom – ogni live verrà registrata e resterà disponibile fino alla fine del percorso
- un gruppo Facebook riservato agli iscritti per domande, sfide e condivisioni
- una meditazione guidata da poter riascoltare quando vuoi
- tutti i file degli strumenti e delle tecniche che imparerai
Che aspetti? Sali a bordo e allenati insieme a me per rinforzare il “core” della tua felicità.
Prenota qui la tua iscrizione al corso Le pratiche della felicità
Ti abbraccio,
Gina