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Ti racconto perché fotografo i tramonti

Ti racconto perché fotografo i tramonti

Le cose che fai, anche quelle apparentemente banali, ti possono rivelare qualcosa di importante su di te, come i tuoi Bisogni e Valori. Ecco cosa mi ha rivelato la mia passione per i tramonti. 

Non ricordo bene quando sia iniziato. Probabilmente da bambina, insieme alla mia passione per la Natura e per gli animali. Probabilmente ho imparato ad amarli ancora di più quando d’estate cenavamo tutti insieme in poggiolo e ne potevo ammirare la bellezza circondata dall’amore di mamma e papà, o quando restavamo in spiaggia fino a tardi immersi in quella atmosfera un po’ sospesa. Forse le vacanze al mare e i posti esotici visitati, con profumi, colori e sensazioni nuove, hanno aumentato questa mia passione. E certo, qualche passeggiata lungomare al crepuscolo mano-nella-mano li avrà resi ancora più indelebili nel mio archivio emozionale.

Fatto sta che ho sempre amato i tramonti e che appena posso cerco di catturarne la bellezza non solo con gli occhi, ma anche con le mie – sebbene scarse- capacità fotografiche. Ma si sa, quando il soggetto è bello, il fotografo può anche non eccellere.
Non ci avevo mai riflettuto, è semplicemente una cosa che amo fare. Ma proprio scrivendo e lavorando sul tema dei Bisogni, uno dei 9 Pilastri della Felicità secondo la Scienza del Sè, ho compreso le radici profonde di questo mio gesto: fotografare tramonti è un modo di nutrire alcuni  dei miei bisogni e valori fondamentali. 

I tramonti sono vari e sono unici.

Il tramonto è una grande espressione di varietà. La Natura non fa fotocopie e difficilmente possono esistere due tramonti uguali. A seconda della stagione, della presenza o assenza di vento o di nuvole, della temperatura, si creano colori e forme imprevedibili e sempre nuovi. A Trieste, dove vivo io, il sole tramonta sul mare e questo offre ulteriore varietà per l’osservatore. Il mare che accompagna il tramonto può essere agitato, calmo, con le onde più o meno alte e rumorose e tutti questi fattori mischiati tra loro creano ogni volta uno spettacolo unico

I tramonti sono pieni di meraviglia.

Nei tramonti vedo un’infinita bellezza, che per me è sia un valore che un bisogno. Credo che la bellezza abbia il potere di farci stare bene perché credo contenga l’idea di  bene, di “buono”, di armonia come gli antichi Greci ci insegnano. È un linguaggio universale, che travalica tempi, culture e situazioni; è lì per noi, e tutti ne possiamo godere e lo possiamo comprendere. Fa bene al cuore.
Ecco perché fotografo e condivido, per diffondere la bellezza che vedo, e non tenerla per me, nella certezza che a qualcuno quel bello farà bene.

Esprimono amore e unione.

Nella bellezza della natura di cui il tramonto è espressione, io ci vedo l’amore, la presenza dell’energia universale, di quell’”essenza”, quel divino. Insomma di quel qualcosa di più grande di noi che si dona senza chiederci niente in cambio e che in quei momenti diventa palpabile. Il sole è per me una delle espressioni più grandi dell’amore incondizionato: ci regala luce e calore, che sono assolutamente indispensabili per la nostra vita, esattamente nella misura in cui arrivano. Ci hai mai pensato? Se sulla Terra ci fossero 10° in più rispetto alle massime attuali o 10° in meno rispetto alle minime, probabilmente diventerebbe un luogo inospitale e non esisterebbero più le condizioni necessarie alla vita. Nei tramonti, quindi, riscontro questo amore incondizionato, e allo stesso tempo un grande equilibrio.

I tramonti sono anche un mezzo per  vivere un senso di amore e connessione con me stessa e con il tutto. 

E il bisogno di amore e unione è un altro dei bisogni fondamentali di ogni essere umano. Me e te comprese.

Nei tramonti c’è sicurezza.

Non è forse rassicurante vedere il sole che tramonta con la fiducia che domani mattina sorgerà di nuovo? Magari sarà coperto dalle nuvole, ma in ogni caso ci sarà un nuovo giorno, tornerà la luce e questa è una sicurezza fondamentale, di cui ogni essere umano ha bisogno.

Infondono pace.

I tramonti mi infondono un senso di pace. Vedere il sole abbassarsi lentamente all’orizzonte fino a scomparire inghiottito dal mare, mi trasmette una calma profonda che rimane con me a lungo. Il respiro rallenta, i pensieri si placano; le tensioni e gli affanni della giornata si scaricano e si crea maggior spazio per accogliere il nuovo.

E ora, consapevolizza qualcosa per te.

Possiamo fare ogni cosa in modo veloce, distratto e inconsapevole, o soffermarci e assaporare, comprendere, nutrirci.

Riconoscere i tuoi valori, così come individuare i tuoi bisogni ed i mezzi che usi per appagarli, sono aspetti importanti per la consapevolezza di chi sei veramente e per orientare le tue scelte, per questo ne sto scrivendo in questo blog. 

In ogni cosa che fai (o che non fai) c’è il tentativo di soddisfare i tuoi bisogni, ed è fondamentale che tu lo faccia rispettando i tuoi valori, altrimenti la tua soddisfazione e la stima che hai di te stessa ne risentiranno. Le due sfere si devono muoversi all’unisono, ed è solo nostra la responsabilità e il potere di capire come soddisfare entrambi. 

Quindi ora pensa alle cose che ami fare, che ti appassionano e ti fanno stare bene. Ripensa ai 6 valori fondamentali secondo la teoria di Robbins-Madanes: sicurezza, varietà, amore-unione, importanza, crescita e contribuzione (ne ho parlato in questo mio articolo) Quali bisogni soddisfi attraverso quel comportamento?

E soprattutto inizierai a capire che quando qualcosa non ti soddisfa c’è sotto un bisogno che urla per avere la tua attenzione, oppure un bisogno che stai soddisfacendo andando contro i tuoi valori.

Fammi sapere le tue scoperte e fammi pure le tue domande. Sarò felice di leggerti e di risponderti!

Un abbraccio, 

Gina

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I bisogni, uno dei pilastri della tua felicità (e della Scienza del Sé)

I bisogni, uno dei pilastri della tua felicità (e della Scienza del Sé)

Ti propongo alcune riflessioni sui bisogni e un esercizio per acquisirne maggior consapevolezza 

 

Oggi voglio parlarti di uno dei “fondamentali” della felicità: i Bisogni. 

Da sempre filosofi, pensatori, e ora anche gli uomini di scienza, si sono interrogati su cosa sia la felicità e su quali siano, di conseguenza, gli ingredienti che la compongono.

La visione che sento più mia è quella di “una vita ben vissuta”, ricca di significato, con una direzione a noi allineata, da cui scaturisce un certo benessere generale. C’è chi sembra capace di creare tutto questo facilmente e spontaneamente, ma per la maggior parte di noi serve invece “lavorarci” un po’.

Ma come fare? Le ricette sembrano infinite, ognuno dice la propria e l’unica cosa assicurata sembra essere il disorientamento.

Recentemente sono venuta in contatto con la Scienza del Sé, una nuova disciplina impiegata nell’ambito della crescita personale, che ha riunito tutto ciò che serve conoscere per acquisire una certa consapevolezza di sé e guidarsi verso una vita appagante e vissuta in pienezza Sono temi già molto noti in quest’ambito, ma la novità è che sono stati organizzati in 9 Pilastri (dal Prof. Sandro Formica, docente all’Università di Miami) e con il supporto di articoli accademici e materiali scientifici.

 

I bisogni sono il primo di questi pilastri

 

Che ne siamo consapevoli o no, tutto ciò che facciamo (o non facciamo) é mosso da un bisogno. I bisogni sono qualcosa di universale che tutti gli esseri umani hanno. A seconda del contesto, a seconda della situazione, a seconda del momento, i nostri bisogni variano sia per priorità sia per, diciamo così, assortimento. 

 

I bisogni sono qualcosa che ogni essere umano ha e variano a seconda del contesto e della situazione. Essi attivano e dirigono il nostro comportamento.

 

 

Teorie sui bisogni

 

Sono molti gli studiosi che hanno elaborato una teoria sui bisogni. Uno di questi era lo psicologo Abraham Maslow, che scelse di rappresentare i bisogni su una scala gerarchica, la Piramide nota appunto con il suo cognome. I bisogni di sopravvivenza venivano posti alla base della piramide, mentre quelli di autorealizzazione e trascendenza venivano posti al vertice. 

Esiste poi la teoria elaborata più recentemente da Antony Robbins e la psicoterapeuta Cloe Madanes: tutti gli esseri umani hanno essenzialmente sei bisogni: quattro riguardanti la personalità e due più spirituali. I bisogni individuati da Robbins sono i seguenti: importanza (nel senso di significato), amore ed unione, sicurezza e il suo opposto varietà e, infine i bisogni “dello spirito”, ovvero crescita e bisogno di contribuire a qualcosa di più grande di noi. Questi ultimi sono i bisogni più elevati, che creano il vero appagamento all’individuo.

 

Noi invece utilizzeremo una lista più completa di bisogni ed esigenze, e per farlo troverai un esercizio alla fine dell’articolo.

 

 

I bisogni, nella pratica

 

Il concetto fondamentale è che noi abbiamo bisogno di soddisfare i nostri bisogni. 

Ma il mezzo, la strategia che utilizzerai per soddisfarli farà una grande differenza in termini di soddisfazione e di sostenibilità.

 

Vediamo per esempio l’Amore, che è uno dei bisogni fondamentali di ogni essere umano. Un modo funzionale per soddisfarlo è attraverso le relazioni (amici, famiglia, coppia, figli, ecc.), prendendosi un cane o un gatto, prendendosi cura di qualcuno o di qualcosa. Lo stesso bisogno però potrebbe spingere qualcuno a rimanere in una relazione malsana, o potrebbe spingere un bambino a comportarsi male pur di attirare l’attenzione (e quindi l’amore) dei genitori. 

Quindi il bisogno è sano, ma il comportamento o il mezzo che ho trovato per appagarlo non è altrettanto “sano”, e quindi non è sostenibile nel tempo. 

 

Parlando di bisogni è anche molto comune cadere in una sorta di fraintendimento molto diffuso: siccome io ho un bisogno, tu devi comportarti in un certo modo, o devi astenerti da certi comportamenti pur di soddisfarmelo.

Inutile dire che anche in questo caso la strategia non è sostenibile.

 

Ecco allora cosa possiamo fare 

 

Familiarizzare con i propri bisogni in prima persona significa fondamentalmente tre cose:

  1. imparare a riconoscere ciò che sentiamo
  2. acquisire un vocabolario che ci permetta di dargli un nome  
  3. scegliere cosa possiamo fare per prendercene cura.

 

Qual è il bisogno che abbiamo (adesso, in ogni circostanza)? Qual è il bisogno che ci spinge a fare (o non fare) una certa cosa? Qual è il bisogno che non è soddisfatto in un determinato momento? 

E per fare questo ci vengono in aiuto le emozioni “negative”: molto spesso infatti sono lì proprio per segnalarci che c’è un bisogno non soddisfatto sotto. 

 

Il bisogno è innanzitutto una responsabilità personale (bambini esclusi) , una responsabilità che io ho verso me stessa di capire che cos’è e in che modo funzionale lo posso soddisfare.

 

Questo esercizio ti aiuterà tutte le volte che un’emozione spiacevole ti segnala qualcosa.

 

 

 

Il mio esercizio per individuare i bisogni

Se sei iscritta alla mia newsletter hai già ricevuto la scheda dei bisogni, altrimenti, se vuoi proseguire con l’esercizio ISCRIVITI QUI.

 

Fatto? Eccoci qui di nuovo, pronte per affrontare l’esercizio. 

 

  1. Pensa ad una situazione in cui non ti sei sentita soddisfatta
  2. Guardando la scheda che ti ho inviato, chiediti: quale mio bisogno non è stato appagato in quella situazione? Leggi la tabella e trascriviti bisogni che ti risuonano di più, sicuramente ne troverai diversi. Poi cerca di affinare l’ascolto e restringi il campo a 1-3 bisogni al massimo.
  3. Decidi in che modo vuoi prenderti cura di ognuno di quei bisogni. Cosa puoi fare a riguardo?

In questa prima fase sarà bene prenderti cura personalmente del soddisfacimento di quel bisogno. Successivamente potrai decidere se fare una richiesta a qualcuno, che ovviamente non sarà obbligato ad eseguire! 

(In ogni caso vedremo come allenare la tua capacità di esporre i tuoi bisogni e fare richieste in un prossimo articolo sulla comunicazione empatica).

E adesso, condividi?

Mi piacerebbe che tu condividessi le tue scoperte e riflessioni con me.
Ovviamente non ci aspettiamo di risolvere tutto con questo esercizio, ma è un primo passo di un percorso che affronteremo insieme (e che potrei seguire da casa attraverso gli esercizi di crescita e gli aggiornamenti che riceverai nella mia newsletter). Questo esercizio è fondamentale per acquisire un po’ di familiarità con “ciò che è vivo e vero in te”, come diceva il grande Marshall Rosenberg, padre della comunicazione non-violenta.

 

Un altro aspetto importante per soddisfare i tuoi bisogni in modo sostenibile, sarà tenere conto dei tuoi valori.

Ma questo sarà tema di un ulteriore approfondimento.

 

Un abbraccio, 

Gina

 

 

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