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Non puoi pretendere che dal tubetto di dentifricio esca la crema per il viso: quando sei sotto pressione, butti fuori quello che c’è già dentro di te.
Questo ragionamento ti sembra abbastanza scontato, vero? E dire che è difficile prendere consapevolezza del meccanismo quando succede a noi. Eppure funziona allo stesso modo: quando qualcuno va a stimolare un nostro punto sensibile, la reazione (quello che buttiamo fuori) non è da imputare a l’altro, ma fa parte di ciò che noi già avevamo dentro.
Ti ho incuriosito? Lascia che ti racconti meglio in questo articolo!

Qualche giorno fa, in una delle mie rarissime uscite dall’inizio del lockdown, ho assistito a due scene che mi hanno fatto riflettere. Anzi, ti dirò di più: di una sono stata sia osservatrice che protagonista.

Ti racconto cosa è successo a me

Ero stata dal dentista e stavo rientrando in macchina, verso casa. Ad un certo punto, in lontananza, vedo una signora in bicicletta che sbuca per attraversare sulle strisce. Mi è venuto spontaneo rallentare con grande anticipo e fermarmi a una distanza maggiore del solito – quasi a volerla rassicurare sulle mie intenzioni. Le ho sorriso, ci siamo guardate negli occhi, e le ho fatto un cenno per farla passare.

Dopo questo breve incontro, ho proseguito lungo la strada e mi sono fermata per fare la spesa nel piccolo market vicino a casa.

… e di cosa sono stata spettatrice

Mi sono messa in fila e prima di me c’erano tre persone: un uomo sui quarant’anni con due cani al guinzaglio, e due uomini tra i cinquanta e i sessanta. 

Erano tutti con mascherina e guanti, tranne l’uomo con i cani che chiacchierava con il più giovane dei due. Il signore più anziano attendeva il suo turno cercando di capire a chi sarebbe toccato. Vedendo uscire un cliente e vedendo che nessuno della fila accennasse ad entrare, ha gentilmente fatto notare che qualcuno era uscito e che quindi si poteva entrare. 

In un attimo l’uomo più giovane, quello con i due cani, ha reagito rabbiosamente, prendendola sul personale e lamentandosi con un classico «Eh… si vede che siamo in Italia!», offendendo il malcapitato e cercando solidarietà con il suo interlocutore di prima.

Ho osservato tutto questo senza giudizio, ma ora vorrei riflettere con te.

Qualche attimo prima a me era venuto spontaneo fare un gesto di gentilezza, forse addirittura più per me che per la signora in bicicletta. Quel piccolissimo atto di gentilezza e solidarietà faceva stare bene me, in primo luogo, ed era benefico anche per lei. 

Era come una piccola onda che nasceva e si propagava da dentro di me, a fuori di me, fino all’altra persona. E forse oltre. 

E credimi, non lo scrivo per vantarmi della mia bontà d’animo 😉 ma per sottolineare che quel gesto è stato possibile perché dentro di me in quel momento c’era calma e serenità, c’erano sentimenti benevoli. 
(Non mi sento sempre così: ti assicuro che quando sono nel traffico e in ritardo per un appuntamento mi risulta davvero poco spontaneo fare la stessa cosa. 😉 Diciamo che, mediamente, mi trovo in quello stato d’animo).

Ma torniamo al ragazzo sotto pressione

Il ragazzo con i cani fuori dal supermercato invece alla minima sollecitazione ha buttato fuori una nuvola di rabbia, rancore, turbolenza e aggressività.

Colpa dell’uomo che l’ha sollecitato ad entrare?

No. Semplicemente, alla minima pressione è uscito quello che c’era già dentro.

Non puoi spremere il tubo della maionese e sperare che ne esca della senape.

Anche quella è stata un’onda, ma un’onda di tensione e frustrazione, di separazione e giudizio che, come la nuvola di polvere e insetti che gira intorno a Pig-Pen, ha un effetto su tutte le persone intorno.
(Se non te lo ricordi Pig-Pen è il personaggio dei Peanuts che ha un pessimo rapporto con acqua e sapone).

Come mai avviene questo?

É un periodo in cui la pressione esterna è aumentata, in cui tutti siamo sfidati in qualche misura.

E quando non possiamo controllare l’esterno (ma quand’è che possiamo, in realtà?) rimaniamo a fare i conti con quello che c’è dentro di noi.

Sappiamo creare una certa pace, anche nel bel mezzo di una sfida?

Sappiamo creare una sorta di benevolenza, anche quando qualcuno va a toccare un nostro punto sensibile?

Sappiamo creare equilibrio, anche quando fuori le cose girano vorticosamente?

Sappiamo dire ciò che pensiamo, senza per questo aggredire o annientare l’altro?

Allo stesso modo in cui possiamo allenare il corpo per essere più adatti ad affrontare le sfide sul piano fisico, possiamo allenare anche la nostra mente e il nostro sistema per essere adatti e capaci ad affrontare qualsiasi tipo di situazione.

Possiamo allenarci a creare una solida base di benessere a prescindere da ciò che accade. E non necessariamente perché cerchiamo l’Illuminazione, ma per essere più efficaci nelle nostre relazioni, nelle nostre piccole e grandi imprese, nel prendere decisioni, nello scegliere ciò che è buono per noi.

Stare bene dentro, per i più, non è un dono del cielo: è frutto di attenzione e di pratica.

La pressione ha generato in me una voglia di creare

Anche per questo motivo ho creato il percorso gratuito online Le Pratiche della Felicità, ogni martedì alle 18.30 fino alla fine di aprile.

Iscriviti mandando una mail a info@ginaabate.it con oggetto Le Pratiche della Felicità, e ci alleneremo insieme!